lunedì 12 novembre 2007

Pensiamoci bene

L’occasione è unica ed irripetibile, ed il verdetto non è ancora stato annunciato. E’ il momento delle riflessioni: pensiamoci bene.

Pochi progetti, una volta completato l’ampliamento del Museo delle Antichità Egizie di Torino, potranno vantarsi di rappresentare in maniera altrettanto poderosa e comunicativa il grande valore che il Capoluogo Piemontese conferisce oggi alla propria cultura museale.

Già secondo al mondo per dimensione, per il Museo sito all’interno del Collegio dei Nobili si è finalmente presentata l’occasione di espandere la propria superficie espositiva grazie alla possibilità di occupare gli ultimi due piani dell’elegante palazzo seicentesco di via Accademia delle Scienze, attualmente occupati dalla Galleria Sabauda. L’edificio del Guarini diverrà così l’unico museo al mondo, se si esclude il “papà” del Cairo, esclusivamente dedicato alle Antichità Egizie.

Quello dell’ampliamento del Museo Egizio è dunque un intervento cruciale all’interno del sistema museale torinese, dato che più di altri questo museo possiederà, una volta completato, una valenza ed un richiamo internazionali, divenendo meta turistica obbligata, biglietto da visita e primo rappresentante dello sforzo culturale che il capoluogo piemontese sta compiendo in questi anni.

Un tale museo non potrà che essere un luogo spazialmente ed emozionalmente simbolico, non solo dotato di tutti i servizi tipici dei grandi musei, ma soprattutto capace di suggerire, con interventi ispirati, il delicato e splendido equilibrio tra una collezione di reperti invidiabile ed un edificio-contenitore storico d’eccezione, le cui specifiche qualità dovranno esser sottolineate con interventi che, pur non offuscando l’aggraziata solidità barocca del Collegio dei Nobili, vibrino di quell’aria internazionale che siamo soliti respirare, con silenzioso stupore, nei fortunati episodi dell’architettura dei grandi maestri contemporanei.

Nel commentare la vittoria sul filo di lana di Aimaro Isola sul raggruppamento capeggiato dal giapponese Arata Isozaki (per un solo punto l’architetto piemontese ha avuto la meglio sull’autore del palahockey Olimpico), finora poche parole si sono spese per analizzare le caratteristiche tecniche delle due proposte progettuali, concentrando invece l’attenzione sul dato prettamente economico. Le più che esaurienti analisi sul ribasso (del 52% rispetto al budget) proposto da Isola, e di quello proposto da Isozaki (inferiore circa del 20%), non prendono in considerazione dati estremamente importanti: si parla di quanto si spenderà ma non di cosa si farà, di come sarà fatto, di chi lo farà. Se si prendessero in esame solamente le graduatorie tecniche (basate su una nota metodologica esplicativa dell’approccio progettuale, e sul curriculum vitae degli architetti partecipanti) infatti, il risultato finale sarebbe completamente rovesciato, conferendo il primo posto all’architetto del palahockey, il secondo all’inglese Rick Mather, e solamente la medaglia di bronzo al vincitore Isola. Dunque, un progetto meno convincente, realizzato da professionisti meno blasonati. Ma meno caro.

Nel prendere la decisione finale sull’aggiudicazione della gara per il futuro Museo delle Antichità Egizie di Torino, mi auguro che la commissione prenda in considerazione molto più di quello di cui si è discusso fino ad oggi. Mi auguro che venga fatta una scelta responsabile: cosciente del significato che tale intervento avrà per la città di Torino, cosciente del fatto che una simile occasione non si ripeterà mai più, cosciente della nuova immagine secondo cui la città si sta plasmando, dei nuovi obiettivi che si sta ponendo, del momento di ampio respiro progettuale che sta vivendo. Mi auguro in fin dei conti che non sia un database a decidere del futuro del secondo Museo Egizio al mondo.

Pensiamoci bene. Pensateci bene.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

.....ho pensato bene....sei uno dei tanti tirapiedi di isola...

L'ArchiVista: ha detto...

hi hi hi, Daed, credo che il nostro anonimo amico (la prossima volta lasciaci almeno il tuo nome, dai!) abbia frainteso le tue parole! E dire che stavi per suicidarti quando hai scoperto che aveva vinto Isola!